
Chiostro dei Cosmati

“Magister Jacobus Romanus fecit hoc opus” si legge nell’archivolto, in pietra calcare, del lato meridionale del chiostro dei Cosmati.
La firma indica l’autore, il marmoraro romano Jacopo il Vecchio, figlio di Lorenzo di Tebaldo, che lo iniziò probabilmente prima del 1210. Suo figlio Cosma, dal quale prese il nome l’arte dei marmorari romani, alla morte del padre, verso il 1240, insieme ai figli Luca e Jacopo, continuò e portò a termine la costruzione.


Il portico, da ovest ad est, è costituito da archi romanici che poggiano su colonnine in parte binate, in parte solitarie e tortili su una delle quali è presente la faccia di un diavolo e su un’altra una testa umana rovesciata, con capitelli sempre diversi, in marmo bianco di Carrara, preso, dopo un terremoto, da San Clemente, primo monastero benedettino sorto in uno degli ambienti della vicina villa di Nerone.





Il Lato Nord del Chiostro Cosmatesco corre parallelamente alla Chiesa: è il lato lungo di un rettangolo asimmetrico. Esso presenta un’apertura, non centrale, ma più spostata ad ovest, contraddistinta da un arco centinato, a tutto sesto, schiacciato, poggiante, per ciascun lato, su un unico e massiccio capitello di due colonne binate poste sul muretto, che divide la galleria dal resto del chiostro.


Il Lato Ovest del Chiostro Cosmatesco è leggermente più lungo rispetto a quello del Lato Est. Non presenta alcuna apertura nel muretto interno, ma su di esso corrono colonne e archetti che conferiscono all’intero Chiostro autentica, indiscutibile ed armoniosa eleganza.


